La superbike

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La Superbike (spesso abbreviata in SBK) è una categoria speciale di moto da corsa, all’interno della quale vengono impiegati modelli che derivano dalla produzione diffusa al pubblico, sebbene adattati nel motore, negli scarichi e nelle altre componenti meccaniche per incrementarne lo sfruttamento e le prestazioni durante la competizione.
Ecco tutto ciò che occorre sapere su questi veicoli e sulle particolarità del Campionato Mondiale Superbike

Cos’è la Superbike?

Questa categoria di competizione per moto possiede una caratteristica unica: infatti, i veicoli in gara non sono altro che rivisitazioni e migliorie di quelli prodotti in serie. Al campionato SBK possono partecipare esclusivamente le case motociclistiche che producono un certo numero minimo di esemplari: in questo modo, il veicolo non si considera “special” (come avviene nel caso della MotoGP), ma prodotto in serie.
La storia della Superbike come categoria di competizione nasce negli anni Settanta, sotto l’impulso del pilota americano Steve McLauglhlin: fu sua l’intuizione di far correre modelli potenziati di moto distribuite normalmente al pubblico.
Successivamente, questa categoria fu promossa attraverso una serie di gare e competizioni locali. In breve, il successo e il consenso rispetto alla categoria attirò sempre maggior interesse verso la Superbike, fino ad arrivare al vero e proprio giro di boa promozionale: le 200 miglia di Daytona del 1985 in Superbike, fattore che convinse la FIM ad introdurre una competizione internazionale (che si avvio ufficialmente nel 1988) e a stabilire regole certe per l’accesso.
Considerando che le Superbike sono modelli di serie, la differenza di questo campionato con le MotoGP è evidente: queste ultime, infatti, costituiscono dei prototipi in tutto e per tutto e ciascun componente delle Superbike non può derivare da modelli diversi da quelli di serie.
Ciò si riflette anche sulle prestazioni: le MotoGP possono garantire circa 250 c, con velocità in gara che può raggiungere i 350 km/h; viceversa le Superbike si attestano sui 220 c, per una velocità massima di 320 km/h.
Altre differenze riguardano nello specifico le regole di competizione all’interno: in particolare, rispetto al motomondiale, nel campionato Superbike sono presenti le Superpole, un meccanismo assimilabile alle qualifiche di Formula 1 per definire la griglia di partenza e in cui i 16 piloti più veloci in classifica fanno a gara per posizionarsi in vantaggio rispetto alla gara del giorno seguente.

L’evoluzione di moto che verranno poi prodotte in serie

Come anticipato, per la partecipazione ad una competizione Superbike, i modelli devono essere omologati in modo da poter ipoteticamente circolare sulla strada pubblica e devono essere prodotti in un numero non ristretto di esemplari: per fare un esempio, la Ducati Desmosedici RR, con le sue circa 1.500 unità, è considerata una “special” e pertanto non può accedere alle gare SBK. In particolare, i modelli prodotti in serie devono essere anche destinati alla vendita (purché dietro omologazione) e una porzione della produzione deve invece essere destinata alle ispezioni per modello: il numero minimo è di 125 moto, che salgono a 250 per i costruttori che partecipano già ad una competizione o hanno partecipato in passato.
Il limite perché un modello possa considerarsi “di serie” era fissato, fino al 2009, in 1.000 esemplari annuali, 500 dei quali dovevano essere prodotti entro la fine di settembre e i restanti 500 entro la fine dell’anno; tuttavia, in caso di mezzo già omologato, il termine di produzione veniva indicato nella fine di giugno.
A partire dal 2010, però, sono stati aumentati i numeri di produzione per l’ammissione, salendo a 2.000 modelli; sono state modificate anche le scadenza di produzione che devono essere rispettate.
In particolare, le aziende costruttrici che non hanno mai partecipato ad un campionato devono produrre le prime 500 moto entro la fine di giugno, mentre il secondo lotto da 500 unità va prodotto nei 15 giorni successivi alla fine dell’ultima gara in competizione; il terzo e il quarto lotto, invece, possono essere prodotti l’anno successivo, rispettivamente a fine giugno e 15 giorni prima della fine dell’ultima gara del campionato successivo.
Se, invece, la casa costruttrice compete o ha già gareggiato in passato, le scadenze di produzione sono differenti: entro la fine di giugno vanno prodotto le prime 1.000 moto, mentre le restanti 1.000 devono essere consegnate entro le due settimane precedenti l’ultima gara fissata in calendario per il mondiale.

Australia e Argentina: un mondiale in tutto il mondo (con due tappe in Italia a Misano e San Marino)

Come si diceva, il successo delle competizioni Superbike è mondiale e sono molti i Paesi ad organizzare gare motociclistiche interne: in Italia, ad esempio, si tiene il Campionato Italiano SBK, negli USA l’AMA Superbike Championship, e così via. Tra tutte le competizioni, però, la più importante è rappresentata dal Campionato Mondiale SBK, che vede coinvolte le principali case motociclistiche mondiali, i piloti più talentuosi e un pubblico decisamente più elevato.
Nel 2019, come da tradizione, il campionato mondiale ha visto la sua prima tappa in Australia (Philip Island il 23 e 24 febbraio), seguito dalla Thailandia a fine marzo, per poi approdare in Europa. In particolare, quest’anno l’Italia ha potuto vantare ben due partecipazioni al Campionato Mondiale SBK: il round di Imola dell’11-12 maggio e quello di Misano Adriatico e San Marino, tenutosi il 22-23 giugno.
Il campionato ha proseguito successivamente in Argentina, il 12-13 ottobre, per arrivare all’ultima tappa in Quatar alla fine del mese.
Da non dimenticare anche l’esistenza di “classi minori”, come il Mondiale Supersport e la classe Supersport 300, che segue a breve distanza le diverse tappe del campionato principale, tranne in alcuni casi.